Molte persone non sono in grado di distinguere l’assertività dal comportamento passivo da una parte ed il comportamento aggressivo dall’altra – e, a causa di questa confusione di fondo, molte persone sono state ingannate e portate a credere che il comportamento assertivo sia aggressivo e quindi inaccettabile… un luogo comune che provoca forte stress emotivo e difficoltà interpersonali.
In realtà, chiarire la differenza tra ciò che è assertivo e ciò che è aggressivo è piuttosto semplice: se ignori i diritti di un’altra persona, sei aggressivo; altrimenti non lo sei.
Ci sono quindi due tipi di comportamento non aggressivo: puoi essere passivo, nel qual caso ignori i tuoi diritti; oppure puoi essere assertivo, nel qual caso rispetti i tuoi diritti e quelli degli altri.
Ecco quindi il “piccolo decalogo”, anzi: endecalogo dell’assertività – ovvero: …quali sono i miei diritti??
- Hai il diritto di commettere errori.
Ciò non significa che sia giusto incolpare gli altri – è importante che tu solo prenda la responsabilità per i tuoi errori (far ricadere la colpa su altri è una forma di aggressione).
- Hai il diritto di cambiare idea.
Altrimenti, rimarresti bloccato per sempre nei tuoi errori.
- Hai il diritto di essere illogico nel prendere decisioni.
(consapevolmente o meno, questo è un diritto che molte persone esercitano molto spesso!)
- Hai il diritto di giudicare il tuo comportamento, i tuoi pensieri e le tue emozioni.
Nessun altro, a prescindere da chi sia o quanto ti sia vicino, può sapere che cosa significa vivere la tua vita; pertanto, nessun altro è in grado di giudicare il tuo comportamento, i pensieri o le emozioni con la tua prospettiva (tieni sempre presente, però, che questo significa avere l’obbligo di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, vedi punto 1).
(N.B.: in determinate situazioni estendiamo ad altri alcuni diritti di giudizio sul nostro comportamento: ad esempio, quando stipuliamo un contratto di lavoro, concordiamo sul fatto che il datore di lavoro – o il cliente – abbia il diritto di giudicare la nostra professionalità; oppure, quando ci sposiamo, estendiamo al coniuge il diritto di giudicare alcuni aspetti del nostro comportamento – in particolare, l’adesione al principio di esclusività sessuale… e non dimentichiamo che i pubblici ufficiali hanno il diritto di giudicare il comportamento di chiunque, se ritenuto illegale!)
- Così come hai il diritto di essere il giudice del tuo comportamento, hai il diritto di non offrire spiegazioni, ragioni o giustificazioni per il modo in cui ti comporti.
Forse non era così quando eri piccolo ed è stato necessario spiegare te stesso più e più volte… ma, se hai rinunciato a questo diritto tanto tempo fa, è giunto il momento di recuperarlo.
- Hai il diritto di decidere se prenderti la responsabilità di trovare o meno delle soluzioni ai problemi degli altri.
Questo significa che hai il diritto di dire “no”. È vero che gli altri possono desiderare il tuo aiuto e che possono anche risentirsi se decidi di non offrirlo; tuttavia, la gestione del tuo tempo, risorse, talenti ed energia sta a te: investi te stesso nel modo migliore, per te e per gli altri.
- Hai il diritto di dire: “Non lo so”.
- Hai il diritto di dire: “Non lo capisco”.
- Hai il diritto di dire: “Non mi interessa”.
- Hai il diritto di essere indipendente dal ben volere degli altri prima di affrontarli.
Se ritieni di dover essere benvoluto, gli altri possono costringerti a prendere decisioni che non sono nel tuo interesse: questo diritto ti protegge dal potenziale “ricatto”.
Ciao Laura, a questo ottimo articolo aggiungo un pensiero di una attrice che stimo.
Ella recitava “Amo il mio equilibrio instabile, tra saggezza e follia, serenità e rabbia, perché mi rende maledettamente vera” (Anna Magnani)
…e come poter non essere d’accordo?! trovare “un equilibrio” è il lavoro di una vita, in quanto l’imprevedibilità dell’esistenza ci costringe continuamente a dover rivedere eventuali piani (guai se così non fosse!): quindi… non rendiamoci il compito impossibile rincorrendo l’impossibile: soddisfare e prenderci cura di noi stessi è già sufficientemente impegnativo 😉