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Molte persone non sono in grado di distinguere l’assertività dal comportamento passivo da una parte ed il comportamento aggressivo dall’altra – e, a causa di questa confusione di fondo, molte persone sono state ingannate e portate a credere che il comportamento assertivo sia aggressivo e quindi inaccettabile… un luogo comune che provoca forte stress emotivo e difficoltà interpersonali.

In realtà, chiarire la differenza tra ciò che è assertivo e ciò che è aggressivo è piuttosto semplice: se ignori i diritti di un’altra persona, sei aggressivo; altrimenti non lo sei.

Ci sono quindi due tipi di comportamento non aggressivo: puoi essere passivo, nel qual caso ignori i tuoi diritti; oppure puoi essere assertivo, nel qual caso rispetti i tuoi diritti e quelli degli altri.

Ecco quindi il “piccolo decalogo”, anzi: endecalogo dell’assertività – ovvero: …quali sono i miei diritti??

  1. Hai il diritto di commettere errori.

Ciò non significa che sia giusto incolpare gli altri – è importante che tu solo prenda la responsabilità per i tuoi errori (far ricadere la colpa su altri è una forma di aggressione).

  1. Hai il diritto di cambiare idea.

Altrimenti, rimarresti bloccato per sempre nei tuoi errori.

  1. Hai il diritto di essere illogico nel prendere decisioni.

(consapevolmente o meno, questo è un diritto che molte persone esercitano molto spesso!)

  1. Hai il diritto di giudicare il tuo comportamento, i tuoi pensieri e le tue emozioni.

Nessun altro, a prescindere da chi sia o quanto ti sia vicino, può sapere che cosa significa vivere la tua vita; pertanto, nessun altro è in grado di giudicare il tuo comportamento, i pensieri o le emozioni con la tua prospettiva (tieni sempre presente, però, che questo significa avere l’obbligo di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, vedi punto 1).

(N.B.: in determinate situazioni estendiamo ad altri alcuni diritti di giudizio sul nostro comportamento: ad esempio, quando stipuliamo un contratto di lavoro, concordiamo sul fatto che il datore di lavoro – o il cliente – abbia il diritto di giudicare la nostra professionalità; oppure, quando ci sposiamo, estendiamo al  coniuge il diritto di giudicare alcuni aspetti del nostro comportamento – in particolare, l’adesione al principio di esclusività sessuale… e non dimentichiamo che i pubblici ufficiali hanno il diritto di giudicare il comportamento di chiunque, se ritenuto illegale!)

  1. Così come hai il diritto di essere il giudice del tuo comportamento, hai il diritto di non offrire spiegazioni, ragioni o giustificazioni per il modo in cui ti comporti.

Forse non era così quando eri piccolo ed è stato necessario spiegare te stesso più e più volte… ma, se hai rinunciato a questo diritto tanto tempo fa, è giunto il momento di recuperarlo.

  1. Hai il diritto di decidere se prenderti la responsabilità di trovare o meno delle soluzioni ai problemi degli altri.

Questo significa che hai il diritto di dire “no”. È vero che gli altri possono desiderare il tuo aiuto e che possono anche risentirsi se decidi di non offrirlo; tuttavia, la gestione del tuo tempo,  risorse,  talenti ed energia sta a te: investi te stesso nel modo migliore, per te e per gli altri.

  1. Hai il diritto di dire: “Non lo so”.
  2. Hai il diritto di dire: “Non lo capisco”.
  3. Hai il diritto di dire: “Non mi interessa”.
  4. Hai il diritto di essere indipendente dal ben volere degli altri prima di affrontarli.

Se ritieni di dover essere benvoluto, gli altri possono costringerti a prendere decisioni che non sono nel tuo interesse: questo diritto ti protegge dal potenziale “ricatto”.

 

 

2 Comments

  • LOREDANA SCUMACI ha detto:

    Ciao Laura, a questo ottimo articolo aggiungo un pensiero di una attrice che stimo.
    Ella recitava “Amo il mio equilibrio instabile, tra saggezza e follia, serenità e rabbia, perché mi rende maledettamente vera” (Anna Magnani)

  • Laura Sabbadini ha detto:

    …e come poter non essere d’accordo?! trovare “un equilibrio” è il lavoro di una vita, in quanto l’imprevedibilità dell’esistenza ci costringe continuamente a dover rivedere eventuali piani (guai se così non fosse!): quindi… non rendiamoci il compito impossibile rincorrendo l’impossibile: soddisfare e prenderci cura di noi stessi è già sufficientemente impegnativo 😉

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