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                                                                                                                                 foto: nomadidigitali

Settimane di lockdown, per molti di noi, hanno significato una pausa forzata dalla “solita” vita: sveglia e vestizione regimentata, pendolarismo quotidiano (in auto, treno, bus o metro), condivisione di spazi e strumenti lavorativi con colleghi e clienti, con una chiara distinzione – almeno teorica! – tra contesto professionale e contesto familiare… con conseguenti risvolti positivi e negativi. L’improvvisa emergenza ha portato alla più o meno rapida ed efficace revisione di agende e abitudini, proprie e altrui: la necessità es. di gestire i figli a casa da scuola e senza il supporto di nonni e baby sitter, prendere dimestichezza con metodi e strumenti per lavorare in remoto, riuscire a concentrarsi in un ambiente solitamente adibito al relax – gomito a gomito con persone che, se a casa, spesso dimenticano che stai lavorando… Pleading Face on Emojipedia 11.1

Ora che stiamo gradualmente tornando alla normalità (qualunque cosa significherà nel medio termine), cerchiamo di fare tesoro dei cambiamenti utili che abbiamo introdotto in questo periodo e facciamo il possibile per consolidarli in nuove, buone abitudini: forse avremo notato che “concederci” dieci minuti alla mattina per fare mente locale sullo svolgimento della giornata (piuttosto che catapultarci subito nella casella di posta elettronica) sia stato utile per impostare in maniera più produttiva il nostro tempo… forse mangiare qualcosa di cucinato, anziché il solito panino, ci ha fatto bene allo stomaco e allo spirito (o forse ci siamo lasciati tentare troppo spesso da snack e fuoripasto?)… forse siamo finalmente riusciti a fare quella lezione di yoga o leggere quel libro o studiare quell’agomento che tanto avevamo rimandato –  e ci siamo sentiti davvero soddisfatti… forse abbiamo avuto modo di riflettere su quelle che sono le nostre vere priorità, nel lavoro e nella vita in generale… cerchiamo allora di costruire la nostra nuova agenda tenendo conto di quanto sperimentato, senza avere fretta di resettare tutto – e senza affliggerci subito con “ora non avrò più tempo per fare xyx”: se vogliamo il tempo c’è, si tratta solo di utilizzarlo per quello che davvero è per noi importante!

Parliamone con colleghi e familiari, proviamo a osservare che cosa questa situazione assolutamente imprevista ci ha fatto capire, nel bene e nel male, e facciamone tesoro: sarà l’unico modo per trarre utilità da una crisi, anche una delle più difficili.

Buon lavoro!

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