Sicuramente molti di noi ricordano un’esperienza vissuta, sul momento, come negativa ma rivelatasi poi una buona cosa, nel lungo periodo… Quando ci troviamo ad affrontare una battuta d’arresto – che si tratti di licenziamento, malattia o perdita di qualcosa cui teniamo molto – siamo tentati di fingere che non sia successo nulla (neghiamo l’evidenza e indossiamo a oltranza la maschera del “tutto bene, grazie”) – sfinente – oppure ci perdiamo nell’autocommiserazione, etichettando tutto come tragedia – inutile.
Proviamo invece a capire che cosa esattamente ci disturba della situazione, es. temiamo di non trovare un altro lavoro? Di non essere considerati abbastanza efficienti o “bravi”? Di perdere l’affetto dei nostri cari? Una volta individuata la preoccupazione specifica, chiediamoci in che modo questa situazione oggettivamente problematica ci può essere d’aiuto, quale è il risvolto positivo (ce n’è sempre almeno uno, anche nei casi più difficili…): soffermarsi su questo aspetto sposta l’attenzione dalla negatività e, di fatto, ci apre a nuove possibilità.
Portiamoci quindi a un passo successivo: che cosa possiamo fare per concretizzare questo nuovo scenario? Se siamo davvero onesti con noi stessi, ne risulterà un piano d’azione in linea con il nostro vero essere — e col beneficio di una concreta possibilità di rinascita.