Tipicamente le persone cercano di reagire allo stress lavorativo in due modi: il primo è semplicemente “testa bassa e a oltranza, fino allo sfinimento”—sforzandosi al massimo per eliminare l’accumulo di compiti causa di stress, che peraltro continuano a rinnovarsi e non hanno mai fine… (è un sistema spesso utilizzato dai professionisti, ma anche dalle mamme, che hanno naturalmente una preferenza per l’azione e vorrebbero trovare una soluzione per tutto); l’altra tattica diffusa è la ritirata—intesa come bisogno, anche fisico, di disconnettersi dal lavoro e da qualsiasi situazione che ricordi anche solo vagamente l’idea di “impegno”…
Purtroppo, entrambe queste soluzioni presentano delle falle. Continuare a lavorare quando già siamo stanchi e stressati non fa che logorarci ulteriormente e, come conseguenza, faremo molto facilmente errori, dimenticanze anche sulle cose più ovvie, con una capacità di concentrazione che viene sempre meno… A questo punto il capo/socio/compagno/amico etc. ci farà notare che non siamo più affidabili come un tempo, saremo ancora più frustrati, stanchi e arrabbiati con noi stessi e, intanto, nulla verrà risolto!
Piantare in asso tutto e tutti e desiderare solo il più completo isolamento, anche se sembra proteggerci dalla sofferenza, ci impedisce di trarre giovamento da qualsiasi cosa/persona/situazione che potrebbe invece distrarci e magari farci stare pure meglio, e contribuisce invece al perpetrarsi del terribile ruminio mentale (…)
I “soliti” ricercatori americani – ma anche, e soprattutto, i bravi counsellor, ndr – suggeriscono una terza opzione, decisamente più efficace, per aiutarci a gestire lo stress ed i suoi effetti: riscoprire la passione.
Può significare imparare seriamente – o anche solo provare per divertimento – qualcosa di nuovo (qualsiasi sport o passatempo, purché legale ;-), studiare o documentarsi su un argomento che ci appassiona, metterci alla prova con una sfida che ha senso solo per noi… Riattivare la passione rimette in campo le energie immobilizzate verso qualcosa di nostra scelta e unicamente per noi stessi, creando una sorta di camera di compensazione che contrasta gli effetti deleteri dello stress prolungato, inclusi depressione, nervi a fior di pelle ed esaurimento psico-fisico.
Con l’arrivo del nuovo anno, fatevi un regalo: “prenotatevi” almeno un’ora alla settimana, da mettere in agenda – sì, è possibile, se si vuole – e… ritrovate la vostra passione
Un felice 2019 a tutti,
Laura
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