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Se vi siete mai chiesti, ad esempio, se il vostro capo vi stia davvero ascoltando mentre se ne sta lì con il portatile aperto davanti a sé… anche se ha già pronunciato la fatidica frase “non ti preoccupare, dimmi pure, ti ascolto”… ebbene: no, non vi sta ascoltando .
Per decenni, innumerevoli ricerche hanno sviscerato l’annosa questione “possiamo davvero fare due cose allo stesso tempo?” e per tutte il responso è stato inequivocabile: NO. Il punto è che gli studi più recenti evidenziano addirittura come la semplice presenza di un cellulare — per non parlare dei flash di luce e le continue notifiche — già, di fatto, disturbi considerevolmente la nostra attenzione…!
Galateo e buone maniere faticano ad evolversi alla velocità con cui corre la tecnologia: praticamente tutti, almeno una volta al giorno, tutti i giorni, incontriamo qualcuno che smette di darci retta per guardare cosa succede su qualche dispositivo elettronico… e, sempre più spesso, questo comportamento causa litigi anche in famiglia e/o tra amici… Che fare??
Raramente abbiamo il coraggio di esprimere apertamente il nostro disappunto, così il più delle volte rimaniamo in silenzio fingendo di ignorare l’accaduto (37%), guardando male o mostrando la nostra disapprovazione con linguaggio non-verbale (26%) o semplicemente andandocene via (14%).
Proviamo invece ad esprimerci, anche se può sembrare “strano” e magari farci sentire in imbarazzo:
- Se si tratta di situazioni di gruppo (es. sul luogo di lavoro), iniziamo a far circolare informazioni scientifiche a supporto, ossia i dati che dimostrano quanto i cellulari disturbano la produttività, mettiamo l’argomento in agenda e proponiamo regole per i meeting del tipo “niente cellulari sul tavolo – né in tasca – fino al prossimo break”.
- Se invece si tratta di situazioni individuali (il capo, il marito/la moglie, un amico), niente statistiche e dritti al sodo: è una questione personale. Non solleviamo l’argomento mentre sono assorti al telefono (tanto sarebbe inutile e li farebbe solo sentire offesi e presi di mira…) ma, appena possibile, proviamo a dire qualcosa del tipo “ho notato che non mi sento a mio agio quando qualcuno controlla il cellulare mentre stiamo parlando: facciamo un patto? Quando parliamo/ceniamo etc. mettiamo via il telefono – se non è il momento adatto per parlare/mangiare, lo diciamo apertamente e concordiamo un momento più opportuno, rispettando il fatto che entrambi meritiamo la giusta attenzione, senza distrazioni… d’accordo?”.
- La cosa più difficile, come spesso accade, è attenersi alle proprie regole. Ciò significa che, se noi per primi diamo occhiate furtive al cellulare quando non dovremmo… dobbiamo ammetterlo e chiedere subito scusa. Solo così saremo credibili nel farlo notare agli altri: ovviamente le prime volte dovremo prepararci a qualche lamentela, occhi al cielo, negazioni dell’evidenza e atteggiamenti sulla difensiva… per fortuna non ci vuole molto per far attecchire una nuova, buona abitudine! Oltretutto non solo i cafoni (o i distratti) impareranno a prestare più attenzione: anche chi assisterà alla scena, forse, se ne ricorderà la prossima volta “mmmh, forse non sta bene rispondere al telefono nel bel mezzo di un funerale…”