In un recente articolo è stato riportato che un professionista medio (impiegato, manager, imprenditore etc.) passa almeno 4 ore al giorno a rispondere alle e-mail… purtroppo temo di non sbagliare di molto applicando questa stima anche ai vari tipi di messaggi (FaceBook, WhatsApp, Twitter, LinkedIn & Co.) che tutti, ma proprio tutti ci scambiamo quotidianamente, indipendentemente dalla professione che svolgiamo… pazzesco vero?
Psicologicamente, oltre che sul piano pratico (4 ore di vita al giorno!!), si tratta di un impegno spropositato: a prescindere dal tempo effettivamente impiegato, la sensazione è che stiamo sempre rispondendo a qualcuno – nel contempo, stressandoci per i messaggi in attesa di risposta!
Se ci fermassimo ad analizzare ogni scambio digitale nell’arco es. di due settimane, probabilmente faremmo delle scoperte interessanti. Per esempio: ogni volta che una domanda, una risposta o un qualsiasi concetto vengono formulati frettolosamente e distrattamente, senza riflettere e senza rileggere, si scatena una serie potenzialmente interminabile di messaggi e contro-messaggi (di rabbia, sorpresa, dolore, indignazione etc.) al 99% motivati da incomprensione, che a loro volta necessiteranno di ulteriori spiegazioni e chiarimenti che manco in una tragedia shakespeariana… O ancora: se rispondiamo subito “sì” a una richiesta, creiamo un precedente e, soprattutto se si tratta di lavoro, veniamo rapidamente inondati da una miriade di piccole/grandi ulteriori richieste a corollario… Dulcis in fundo, quante newsletter riceviamo al giorno/alla settimana/al mese? A quanti gruppi d’interesse siamo iscritti? E… sono tutti così interessanti??
Le nostre vite sono già abbastanza affollate e impegnate, senza doverci sobbarcare inutili carichi che sottraggono risorse preziosissime: il nostro tempo, la nostra attenzione, la nostra energia, la nostra presenza.
Proviamo a prenderci un secondo (il famoso respiro mindful) e usiamo la nostra attenzione per valutare l’importanza dei messaggi che riceviamo: forse il 10% è davvero importante, rispondiamo quindi positivamente e senza dare adito a malintesi; diciamo invece tranquillamente no alle richieste che non possiamo soddisfare e impariamo a sorvolare senza sensi di colpa sulle altre comunicazioni… citando nuovamente Shakespeare, non sono altro che “molto rumore per nulla”