foto: Carol Yepes/Getty Images
Certo: tutti vogliono essere felici ma… che tipo di felicità tendono a volere le persone??
È la felicità vissuta momento per momento? O si tratta di una felicità più ampia, da ricordare, come essere in grado di guardare indietro e rivivere un momento felice?
Daniel Kahneman, noto psicologo (nonché premio Nobel per l’Economia nel 2002), ha colto questa differenza esplicitandola nella distinzione tra “essere felice nella tua vita” oppure “essere felice della tua vita” – e pare che le due cose non sempre vadano a braccetto!
I “soliti” ricercatori americani hanno intervistato migliaia di persone (di età compresa tra i 18 e gli 81 anni) a proposito delle loro preferenze tra felicità vissuta e felicità ricordata: hanno scoperto che le risposte possono variare molto in base al lasso di tempo che si considera, con ulteriori differenze in base alla cultura di appartenenza.
Prendiamoci un momento per chiederci quale felicità stiamo cercando
Potrebbe sembrare una distinzione inutile – dopo tutto, una volta sperimentato es. un momento felice, lo stesso viene spesso anche ricordato come felice, giusto? Una serata trascorsa tra amici, con buon cibo e buon vino, sarà vissuta e anche ricordata felicemente, così come un progetto lavorativo fatto insieme ai colleghi/compagni preferiti sarà bello da svolgere e anche da ricordare a cose fatte…
Non è sempre così, però: un weekend passato a riposarsi davanti alla TV è una bella esperienza sul momento – ma quel momento non sarà memorabile, anzi: potrebbe addirittura farci venire sensi di colpa a posteriori (!). Una giornata al parco coi bambini può scatenare un’infinità di situazioni frustranti – ma basterà un solo momento di serenità per ricordarla con gioia. Straordinari a oltranza in ufficio o in fabbrica non sono di certo allettanti né divertenti – possono però farci sentire molto soddisfatti, una volta raggiunto il risultato atteso.
Pertanto, se vogliamo essere felici, può essere utile capire quale tipo di felicità vogliamo veramente.
In particolar modo in Occidente (Cinesi e Giapponesi, infatti, hanno culturalmente maggior dimestichezza con la mindfulness) tendiamo spesso a separare e dare risposte differenti per quanto riguarda la felicità che vogliamo “oggi” e quella che vogliamo “nel lungo termine” – dimenticando, però, che la vita è la somma di ogni singolo giorno…
I ricercatori hanno trovato questo aspetto molto interessante: infatti, se le persone tendono a fare scelte immediate per ottenere una felicità “a breve”, stile carpe diem, oppure continuano a posticipare le occasioni di felicità, favorendo altre priorità ritenute più importanti… rischiano di ritrovarsi con una qualità di felicità “diversa” da quella che dichiarano di volere per la vita!