Se vuoi proteggere o migliorare la tua memoria, devi nutrire il cervello – in particolare i tuoi ippocampi: questa coppia di strutture, grandi come un pollice e situate all’interno dei lobi temporali, svolge un ruolo fondamentale nella nostra capacità di apprendere e ricordare. La loro forma ricorda quella del cavalluccio marino (da cui il nome) e, per quanto possa sembrare incredibile, le nostre abitudini quotidiane possono dar loro nutrimento oppure ridurli!
Perché gli ippocampi sono così importanti?? I ricordi a lungo termine passano attraverso queste strutture prima di venire immagazzinati nel cervello (es. i segnali visivi sono indirizzati e immagazzinati nei lobi occipitali, i segnali sensoriali vanno ai lobi parietali, i suoni si dirigono verso i lobi temporali ecc.). Quando gli ippocampi sono sani, aiutano l’apprendimento e la memoria mentre il loro restringimento, o perdita di volume, è stato associato a problemi di memoria e declino cognitivo; gli ippocampi, infatti, ospitano cellule staminali che generano nuovi neuroni: ciò significa che sono in continua evoluzione durante l’età adulta e studi suggeriscono che gli esseri umani possono produrre fino a 700 nuove cellule ippocampali al giorno, a condizione che vengano poste in un ambiente “nutriente”… ecco perché è così importante sapere che cosa fa bene ai nostri ippocampi e cosa no: iniziamo dalle dolenti note 🙁
1. Stress cronico
È risaputo che lo stress è dannoso per la salute fisica ed il benessere emotivo – infatti è dannoso anche per l’ippocampo (l’esposizione prolungata agli ormoni dello stress uccide le nuove cellule ippocampali, pertanto ne riduce la dimensione)… un suggerimento? Inizia a praticare seriamente e quotidianamente una tecnica di riduzione dello stress come yoga, respirazione profonda, meditazione, tai chi etc. 😉
2. Alti livelli di zucchero nel sangue (glicemia)
Diabete di tipo 1 e 2, così come pre-diabete e, in generale, livelli di glicemia anche di poco elevati sono direttamente collegati al restringimento dell’ippocampo e a problemi di memoria, con un rischio di sviluppare demenza senile che aumenta di pari passo all’aumentare di questi valori... un suggerimento? Cerca di mangiare proteine ad ogni pasto (solo carboidrati lasciano senso di fame) e, soprattutto, stai lontano dai cibi ad alto indice glicemico, in modo da tenere la glicemia stabilmente nella norma 😉
3. Pochi acidi grassi omega-3
La maggior parte delle persone scarseggia in acidi grassi omega-3 EPA e DHA – ma che cosa implica? Con livelli più bassi di acidi grassi omega-3 anche il flusso di sangue al cervello è inferiore, quindi anche in questo caso aumentano le probabilità di un futuro declino cognitivo… un suggerimento? Mangia più pesce grasso come salmone, sardine o sgombri 😉