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Molte tradizioni spirituali – anzi: tutte le religioni del mondo – comprendono pratiche che richiedono la ripetizione di preghiere o mantra… Quando è necessario conteggiare il numero delle ripetizioni, per non distrarre il pensiero e interrompere così l’intenzione, ci si aiuta con il mala. In sanscrito significa “la ghirlanda utilizzata per sussurrare preghiere” e viene utilizzata nelle religioni buddista e induista da oltre 6000 anni.

Immaginiamo una sorta di rosario composto da una serie di grani che possono essere in pietra, osso, legno, vetro o anche in materiali preziosi – ciascun materiale con le proprietà che gli corrispondono.  La recita dei mantra o delle preghiere avviene conteggiando i grani a partire da quello più vicino alla pietra più grande, quella del guru; durante la recitazione del mantra, il mala si tiene nella mano destra, passando ogni singolo grano tra il pollice e il medio (non si usa, per tradizione, l’indice, considerato come il dito che rappresenta l’ego). La recita è completa quando si raggiunge nuovamente la pietra più grande, ossia dopo aver compiuto un giro completo del mala (o più giri, a seconda della sua lunghezza: infatti può essere formato da 108, 54, 27 o 9 grani): in totale si dovranno comunque effettuare 108 ripetizioni… OHM

(le immagini sono state scattate in occasione dello Yoga Festival 2018, appena conclusosi a Milano:
sentiti ringraziamenti a “I Mala di Vale” e “Le Japamala di Samsara”, splendidi artigiani Folded Hands on Apple iOS 11.3 )

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